Supermercato

Vi lascio alla lettura di un confronto a distanza, su piani non esattamente corrispondenti, tra due persone che stimo molto:

“No al lavoro di domenica”. E il Papa si scontra con gli ipermercati

“La domenica non posso stare insieme ai miei genitori perché lavorano sempre”. Cominciava così la lettera di un bimbo di Venezia indirizzata a Papa Francesco. Il Pontefice ha telefonato a lui e alla sua famiglia. Mamma e papà sono dipendenti di grandi centri commerciali. La chiamata di Bergoglio ha scatenato la reazione dei colossi della grande distribuzione: “Le aperture domenicali fanno fatturato e salvano migliaia di posti di lavoro”.

Paul Klotz, ad di Aspiag, concessionaria del marchio Despar nel Nordest, ha dichiarato al Corriere del Veneto: “Se davvero questa coppia deve stare in negozio tutte le domeniche, venga in Aspiag, la assumiamo— dice Klotz —. Noi abbiamo trovato un giusto compromesso turnando il personale, prendendo studenti per il fine settimana e tenendo le serrande alzate non in tutti i punti vendita, così ogni dipendente copre una o due domeniche al mese. A me piace questo Papa, mi piace quello che dice, ma soprattutto in tempi di crisi il lavoro è cosa sana e bisogna preservarla. Anche lavorando nei festivi. La domenica è diventata il giorno per lo shopping più importante dopo il sabato e chi aveva annunciato di voler rispettare il riposo ha fatto dietrofront. Certo, può essere stressante per le famiglie, ma lo sarebbe molto di più se entrambi i coniugi fossero disoccupati”.

É evidente che il problema più impellente della nostra cultura non è l’apertura domenicale dei negozi. La bottega del mio paese, fino ai primi anni 60, teneva aperta la domenica mattina; lo so per certo, dato che era gestita prima da mio nonno e poi da mio zio.

Come non è il problema principale, educare chi butta la cicca accesa dal finestrino, chi lascia cadere la carta per strada, chi dice alla figlia di 9 anni di non rompergli i c—-ni per strada a voce alta, chi non si alza da sedere sui mezzi pubblici per lasciare il posto al bisognoso, chi non dice permesso, scusi, grazie; non sono problemi prioritari.

Tutto vero.

Allora vi invito a riflettere su questo dcartello, che il Sig. Klotz non avrà difficoltà a capire, ed a far comprendere a chi non parla il tedesco:

DṺsseldorf_2013La foto è di quest’anno, fatta a Düsseldorf, Ecco, questo è voler essere servizio, dare l’opportunità di comprare il necessario ed il superfluo, garantendo servizio e copertura di orario. Le aperture domenicali non impattano solo su chi lavora nel centro commerciale o nel supermercato: frigoristi, assistenza tecnica per le casse e gli impianti elettrici ed idraulici, e così via: a tutti è richiesta come minimo la reperibilità, con aggravio di costi; ma non di guadagni. Allora, cerchiamo tutti una forma di economia sostenibile, non chiamiamola decrescita, non chiamiamolo ritorno a “quando si stava meglio”. Non si risolveranno i problemi più impellenti, ma se passeggiamo la domenica, magari con chi amiamo, ci potrebbe piacere comprare il biglietto di un museo, di una mostra, magari sponsorizzata da Aspiag… Un guadagno per tutti!

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