Caro Gesù,
so che le lettere le ricevi a Natale, quando vieni al mondo. Ma le lettere, in quel giorno, Te le scrivono i bambini. Bambini some Te, pieni di sogni, di desideri semplici ed innocenti. Sono lettere piene di ingenua speranza, e parlano da bambino a bambino, senza esperienza di questo mondo. È la magica notte di Natale, dove tutto è possibile, e chi Ti rende onore non sa bene cosa sta accadendo; qualcosa di meraviglioso, di prezioso, di santo, ma non si capisce cosa.
Io ora sono un uomo, e sono più vecchio di Te. Ma anche Tu sei un uomo, anzi, sei l’Uomo. Hai vissuto una trentina d’anni: famiglia, studio, lavoro. Insomma, uno di noi. Poi hai incontrato quel Giovanni, poi i pescatori, e tutto il resto che ci hanno raccontato. Poi Ti hanno incastrato, hanno montato una serie di falsità contro di Te, Ti hanno preso, condannato ed ammazzato; senza colpa, ma questo è secondario. Sei morto, Ti hanno sepolto, e dopo tre giorni, non Ti hanno più trovato nella tomba. Eri semplicemente risuscitato, ma non come il Tuo amico Lazzaro, Tu sei sceso agli inferi e poi sei salito al cielo, e poi sei ritornato per avvisare gli amici. La sosta in Purgatorio non c’è stata. Forse perchè non c’è un Purgatorio (ma questa è un’altra storia).
Quindi, Ti scrivo da uomo a Uomo. Con cuore di bambino, con l’amore dei semplici, ma da uomo a Uomo.
Vengo a Te con questa mia, conscio che i tre anni che hai trascorso a parlare col prossimo, ed a spiegare cosa fare per migliorare il mondo, sono stati impegnativi. E quindi non Ti voglio annoiare con richieste strane o desideri impossibili da realizzare: la pace nel mondo, la sconfitta della fame e della sete, l’amore tra tutti gli uomini. Sono tutti eventi che l’uomo può fare da solo, basta che s’impegni un po’.
Io voglio che Tu interceda presso Tuo Papà solo per una cosa: fammi avere il coraggio di essere un uomo che non abbia paura delle notti che mi aspettano, che non lasci solo il cuore di chi incontrerò anche domani mattina, e che abbia sempre la forza di ringraziare per quello che riceverò.
Ciao Gesù, scusa la calligrafia, e buona Pasqua.